Ho passato
giorni a cercare il tempo di scrivere questo articolo, rimuginando
nel frattempo su quelli da completare di tattica e analisi della
rosa, barcamenandomi tra impegni familiari, sociali, lavorativi.
Valutavo anche l'ipotesi di non scrivere, d'altra parte un post ogni
tre giorni, tra campionato, Champions' e chissà che altro, si può
scrivere solo rubando (parecchio) tempo al sonno. Però...
Però
continuavano a venirmi in mente delle immagini, del nostro ritorno
nel massimo torneo continentale, unite ad una sensazione di crescente
bisogno di espressione. Si palesavano costanti le facce di Simeone e
Spalletti, dietro a ogni angolo, in coda ad ogni riflessione.
Chi ha visto la
partita sa di cosa sto parlando: l'indugiare della telecamera sulla
faccia di Spalletti, tutta contorta nell'esprimere dubbio e financo
rassegnazione, è stato impietoso. Mai ho visto una faccia esprimere
meglio il senso di una partita: lo Zenit è partito facendo le
barricate (3-4-3? È
proprio vero che i moduli sono solo numeri separati dal trattino:
forse 7-2-1 sarebbe stato più adeguato), poi si è improvvisamente
acceso e ha rischiato di travolgere i colchoneros, infine si è
squagliato come neve al sole. Naturalmente ho avuto paura, in diverse
occasioni, ho temuto anche il tracollo. Ma poi la telecamera tornava
sempre lì, alla faccia perplessa di Luciano Spalletti, tutta un
bitorzolo di sfiducia , rassegnazione, persino disgusto, verso i
suoi. Un vero fiorire di “Figurati se ce la fanno”, “E ti
pareva”, “Eccolo lì l'errore”: tutte frasi mai pronunciate,
ufficialmente, dal signor Luciano, ma tutte lì, tra le pieghe del
suo cranio lucido, nei mille movimenti dei suoi occhi strabuzzanti e
roteanti.
E allora
speravo.
Colmo di
crudeltà, la telecamera si spostava sul Cholo Simeone: grinta,
sguardo penetrante, concentrazione totale, sulla faccia del
guerriero.
Naturalmente
ho avuto paura, naturalmente, nei minuti segnati dal colpo di testa
di Kerzhakov, dal gol di Hulk e dalla traversa colpita ancora
dall'attaccante russo, ho pensato che tutto sarebbe andato in pezzi.
Ma la faccia
del Cholo era sempre la stessa, convinta, imperturbabile.
E ho pensato:
“Il Cholo sa”
Gol di Arda
Turan.
E ho ripensato:
“Il Cholo non ha nessuna paura”.
Gol di
Baptistao.
Fine della
tormenta russa.
Alla fine,
Simeone, davanti ai microfoni, ha spiegato il segreto di tutto:
“Sappiamo quello a cui giochiamo”. Cioè, io credo: sappiamo che
non abbiamo uno straccio di organizzatore di gioco, sappiamo che
Mario Suarez come incontrista fa pena (nonostante quel che scrivono
sui giornali della sua partita monumentale) e che infatti Hulk ha
sfondato proprio nella zona centrale, il nostro ventre molle,
sappiamo anche che Villa non sempre è in giornata e Adrian non vale
l'alluce di Diego Costa. È
per questo che giochiamo così: ci affidiamo a un turco sempre più
incisivo nelle sue giocate a corrente alternata, al miglior portiere
del mondo (che infatti appartiene ad altri), a un Koke, questo sì,
monumentale. E non ci facciamo tante menate. Gli altri hanno i
fuoriclasse da decine di milioni, noi l'organizzazione di gioco, la
corsa, la compattezza.
Certo, che
bello sarebbe avere Witsel e Hulk; ma noi ce la caviamo con le
giocate di strategia e con i colpi di testa di Miranda.
Sappiamo quali
sono i nostri limiti, sappiamo i confini del nostro parco-giochi.
Simeone sa.
Finché riuscirà a far leva sui nostri difetti, siamo imbattibili.
Interesante leggere croniche cosí lunghe in italiano sul Atletico! Complimenti
RispondiEliminaAlfon
Ciao, grazie per i complimenti e benvenuto.
EliminaIn realtà vorrei fare molto di più, ma il tempo è quello che è.
La cosa che più mi sorprende, comunque, è il continuo aumento delle visite e anche la sensazione netta che i tifosi dell'Atletico, in Italia, non siano poi così pochi, anche se schiacciati tra il fascino arrogante del Real e quello falsamente modesto del Barcellona.
A presto!
Magari! Io a dire la verità, sono spagnolo, di Madrid, ma ce ho molte persone vicine lì. Speriamo diventare ancora di più col passare del tempo, tanto cholo e ben conosciuto anche lì, e immagino che la stanchezza del duo real-barça si fara notare, quí e una ossesione dei media insoportabile. Un saluto e forza atleti!
RispondiEliminaAh, quanto ti invidio perchè vivi nella città più bella del mondo! ;))
RispondiEliminaHai ragione, il Cholo è un ottimo catalizzatore mediatico e questo, unito alle vittorie e alla partecipazione alla Champions', dovrebbe portare molte simpatie ai colchoneros.
E poi il duopolio Farsa - Mandril ha veramente rotto, soprattutto toglie interesse per la Liga ai telespettatori stranieri. Però non so se in Spagna la stampa se ne è accorta: le discussioni sul gioco del Barça e su cosa preferisce Bale a pranzo occupano lo spazio che dovrebbe andare a realtà come Atletico, Athletic, Real Sociedad e Valencia. Hai ragione, è nauseante