Come in una
favola, raggiungiamo la vetta nel giorno più giusto, quello
dell'omaggio a Luis Aragones, la più pura incarnazione dell'essere
colchonero.
Come in ogni
favola che si rispetti, d'altra parte, il cammino è stato periglioso
e lungo, cosparso di difficoltà e di titubanze. Anche perchè
l'avversario di ieri era il peggiore che ci potesse capitare, quella
Real Sociedad che, pur non essendo la meravigliosa squadra dell'anno
scorso, è dura e poco disposta a fare da vittima sacrificale. E il
fatto che sia finita 4-0 non deve trarre in inganno: i baschi sono
stati tutto tranne che arrendevoli, hanno perso ma non sono stati
demoliti e, anzi, hanno rischiato di far finire la favola proprio sul
più bello.
Che l'Atletico,
visibilmente emozionato per l'omaggio a Luis, fosse determinato a
chiudere i giochi e ad approfittare del passo falso del Barcellona,
si era capito subito. Aggressivi, concentrati, i colchoneros avevano
progressivamente chiuso gli ospiti nella loro metacampo, riuscendo
anche a disinnescare il pericolosissimo contropiede per cui i baschi
sono famosi.
La manovra
biancorossa, che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere avvolgente,
non si dispiegava tuttavia al meglio: se il recuperato Mario Suarez
mostrava una tonicità inaspettata, mancava creatività sulle ali,
soprattutto da parte di un Sosa che, ancora una volta, ha mostrato
dettagli di buon calcio ma poco amalgama con i compagni.
D'altra parte
il piano della Real Sociedad era chiarissimo: esercitare una forte
pressione sul doble pivote dei colchoneros, per bloccarne il
gioco costringendo Miranda e Godin a saltare il centrocampo con lanci
lunghi facile preda della difesa biancoazzurra. Fintanto che Gabi e
Mario hanno retto, il giochetto ha rallentato ma non del tutto
fermato la manovra atletica, che scorreva lenta e farraginosa ma
comunque viva. Nel secondo tempo, come vedremo, le cose sono andate
molto diversamente.
In ogni caso,
la partita viveva di poche emozioni, finchè al 38' un giocatore dei
baschi si faceva rubare palla da Insua, che scattava al centro e
allargava sulla fascia a Diego Costa: il brasiliano crossava al
centro e Villa fulminava il portiere avversario.
Il primo tempo
si chiudeva con l'Atletico padrone del campo e del gioco, nonostante
l'infortunio muscolare di Villa poco dopo il gol.
Nel secondo
tempo, però, la musica cambiava alla svelta: la Real aumentava la
pressione, costringendo tra l'altro anche i nostri terzini a
mantenersi bassi e alzando il proprio baricentro. Gabi e Mario
calavano e così i baschi riuscivano a frantumare la coesione dei
colchoneros: coi centrocampisti e i terzini schiacciati sulla linea
dei difensori e questi ultimi costretti a sparacchiare in avanti a
caso, le ali andavano in difficoltà e l'attacco rimaneva
abbandonato. Stretti nella morsa tra spezzarsi in due o resistere
chiudendosi nella propria area, i colchoneros sceglievano la seconda
opzione: le ali venivano spinte all'indietro e in avanti rimaneva il
solo Costa ma questo, lungi dal rafforzare la resa difensiva
dell'Atletico, lo indeboliva progressivamente, poiché lo sottoponeva
alla tensione legata alla perdita immediata del pallone. In
particolare, Insua andava in evidente affanno contro Xabi Prieto e i
raddoppi di Vela, macchiando così la sua fin lì buona prestazione.
I pericoli
rimanevano relativi: di fatto la pressione dei baschi si traduceva in
continue punizioni dalla trequarti e dirette in area, facili prede di
Courtois. Aleggiava comunque la sensazione di un pericolo sottile,
quello cioè di poter subire un gol in mischia.
A quel punto
Simeone prendeva la sua decisione. Io avrei fatto uscire uno spento
Mario per Diego, ponendo Koke al suo posto, una mossa banale e
prevedibile; ma il Cholo, che SA, ha valutato che un Mario stanco
fosse meglio di un Koke stanco, come diga, e che la fantasia e la
capacità di tenere palla di Sosa fossero ormai esaurite. Quindi
dentro Diego a tener palla davanti ai due centrocampisti centrali e
largo a Koke e Raul Garcia nel ruolo di supporti destinati ad
allargare il gioco nel mai troppo abusato 4-2-3-1.
Sarà un caso
(e ovviamente, col Cholo di mezzo, non lo è), ma dopo il cambio, in
pochi minuti, i colchoneros ammazzano la partita: al 72', sull'unico
altro errore dei baschi, Raul Garcia ruba palla e lancia Costa sul
filo del fuorigioco. Il brasiliano si invola verso la porta di Bravo
e non c'è storia.
Due minuti
dopo, su calcio d'angolo di Koke, Miranda brutalizza la difesa ospite
e segna il terzo gol.
Distrutti, i
baschi mollano: niente più pressione sui portatori di palla, di
nuovo ampi spazi per i colchoneros. Arriva così il quarto gol, del
figliol prodigo Diego, pescato solo in area dal Cebolla Rodriguez.
Resta, di una
partita non perfetta, una sensazione netta, già emersa, per esempio,
nella notte di Porto: nel momento peggiore, l'Atletico ha trovato il
gol che ha capovolto le sorti del match, come a Bilbao in coppa. Ora,
i nostri detrattori non mancheranno di sottolineare l'incredibile
fortuna che ci protegge; tuttavia, i numeri della stagione parlano di
una sola sconfitta fino ad oggi e quelli della partita di ieri di due
errori su due degli avversari puniti con spietatezza inumana.
Morale: siamo
primi perchè ce lo meritiamo. E adesso, che provino pure a venirci a
prendere.
Note
positive
Diego
Costa: segna un altro gol “alla Costa”, il ventesimo
in Liga, e ci consegna su un piatto d'argento il primo posto.
Tecnicamente non è perfetto, ma la sua capacità di supplire con la
forza ad una tecnica non perfetta è incredibile. E poi, da qualche
partita, ha imparato a passare la palla ai compagni...
Insua:
sappiamo dai tempi di Liverpool che difendere non è il suo forte,
infatti sulla sua fascia, nel secondo tempo, si balla parecchio (col
concorso di Sosa, sia chiaro). Comunque il primo gol è suo e la
prestazione, nel complesso, è discreta.
Note
negative
Sosa:
avrei voluto scrivere “nessuna”, sarebbe stato più corretto,
visto che comunque giocando ogni tre giorni non si può certo essere
perfetti. Ma ci metto il “Principito”, che regala dettagli
interessanti, ma è ovviamente ancora avulso dalla trama collettiva
imbastita dal Cholo.
Atlético:
Courtois 6,5; Juanfran 6, Miranda 6,5, Godín
6,5, Insúa 6,5; Sosa 5,5 (Diego Ribas, m. 58
7), Gabi 7, Mario 6,5, Koke 6,5 (Cristian
Rodríguez, m. 81 sv); Villa 6,5 (Raúl García, m. 41
6) y Diego Costa 8.
No utilizados:
Aranzubia; Alderweireld, Adrián y Manquillo.
No utilizados: Zubikarai, Zaldúa, M. González y J. Ros.
Goles: 1-0. M. 38. Villa. 2-0. M. 72. Diego Costa. 3-0. M. 73. Miranda. 4-0. M. 86 Diego Ribas.
Árbitro: Estrada Fernández . Amonestó a Miranda, Koke, Raúl García y Zurutuza.
54.000 espectadores en el Vicente Calderón.
Cosa ne pensi dell acquisto di Diego? Del doppio derby in coppa? e secondo te rousciremo a rimanere in vetta fino alla fine? Grazie e complimenti
RispondiEliminaBrevemente: Diego non mi fa impazzire, ma credo fermamente nel Cholo e nel suo giudizio. Se spulci qui a fianco, tra le analisi di mercato e i bilanci di stagione, trovi giudizi più articolati e motivati. C'è da dire che giochiamo in maniera diversa rispetto a 2 anni fa, quindi il suo rendimento potrebbe essere differente.
EliminaSulle partite col Real: mi danno l'orticaria, comincio a star male giorni prima. Loro non hanno un gioco nè un'idea di squadra, ma il tasso tecnico è molto più elevato del nostro. Vedremo...
Sul primo posto, ribadisco: tocca agli altri stanarci. Le prossime 3 partite sono abbordabili, quindi dovremmo riuscire a conservarlo. Poi chissà, tutto è possibile ma ho già detto che sono pessimista
Cosa ha filipe che non gioca?
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