Et voilà,
la doccia fredda è servita. A tutti coloro che si domandavano se
fossimo ormai alla pari con i nostri concittadini e se non fosse il
caso di dichiarare apertamente che possiamo vincere la Liga, la
partita di ieri, io credo, darà da pensare. La sconfitta, per di
più, era stata annunciata da più di una prestazione discutibile,
anche se ben nascosta da un filotto di risultati comunque
inattaccabile. Io stesso, che pure ne avevo scritto, mi ero ormai
convinto che le difficoltà fossero da attribuire prevalentemente
all'impossibilità di mantenere alta la tensione in ogni momento di
ogni partita. Invece ora mi domando se non ci sia qualcosa in più,
come dirò fra poco.
Certo, a voler
vedere il bicchiere mezzo pieno, dovremmo sottolineare il fatto che
il Real abbia segnato due gol di vera fortuna e uno su errore di
Courtois (insolitamente indeciso anche sui corner, difetto che
palesava due anni fa), che Diego Costa sia stato picchiato oltre ogni
decenza da personaggi squallidi come Arbeloa e Pepe, che solo la
sorte abbia impedito a Godin di segnare il gol del 1-2.
A voler
guardare l'altro lato della medaglia, dovremmo proprio ammettere che
questo derby l'avremmo anche potuto vincere, SE CI FOSSIMO
PRESENTATI IN CAMPO PER GIOCARLO. Invece non lo abbiamo fatto.
Non siamo stati noi stessi, né siamo stati in grado di interpretare
una parte differente: non abbiamo giocato all'attacco, né abbiamo
difeso come nostro solito.
Il Real Madrid
ha giocato con le nostre stesse armi: intensità, coesione,
mutualità, forza fisica. E noi? Come un branco di scolaretti, siamo
rimasti in mezzo al guado, forse addirittura negli spogliatoi.
Ho riconosciuto
i colchoneros fino al 5' del primo tempo, poi il nulla. Anche il
quasi gol di Godin, peraltro maturato nel secondo tempo, è venuto su
calcio d'angolo, l'unico tipo di azione, insieme alla punizione dalla
trequarti, che siamo stati in grado di sviluppare.
Alla fine,
spiace dirlo, abbiamo assistito a un orrendo ritorno al passato:
scegliete un Atletico a caso tra quelli degli anni scorsi,
confrontatelo con quello di ieri e non noterete alcuna differenza.
La partita è
stata persa sul piano tattico. Forzato in un 4-2-3-1 tagliato a
misura su Diego, l'Atletico ha fallito proprio in quello che avrebbe
dovuto essere il suo punto di forza, la coesione, e ha finito per non
essere né carne né pesce. Molti hanno sottolineato l'eccessivo
arretramento del baricentro come causa dello snaturamento dei
colchoneros, ma io credo che ci sia molto di più e che questa
partita permetta di mettere a fuoco le questioni che lo
stravolgimento della squadra durante il mercato invernale (sì, avete
letto bene, stravolgimento) e i primi infortuni hanno portato con sé.
Prima di tutto,
Insua non è Filipe. Non lo è in primo luogo come giocatore,
né in fase di spinta, né soprattutto in fase difensiva, dove palesa
dei limiti notevoli (già ben noti dai tempi di Liverpool, lo
sottolineo ancora una volta). Soprattutto, non lo è per i compagni,
di cui si avverte la mancanza di una totale fiducia nei confronti
dell'argentino. Ieri è stato messo in croce dai tagli e dalle
percussioni di Jesé, ma in generale l'impressione è che, abituati
al brasiliano, i compagni siano restii a giocare in avanti con la
stessa tranquillità di prima sentendosi “protetti” da cotale
compagno.
Già solo per
questo, mi appare insensata la variazione del modulo proposta da
Simeone: ha senso proporre un modulo offensivo a un gruppo che non si
fida completamente della propria difesa?
Inoltre, a Raul
Garcia non può essere chiesto di svolgere compiti per i quali
non è adatto. Schierarlo come esterno alto significa impedirgli di
fare bene l'unica cosa in cui riesce, cioè la percussione centrale e
la copertura della coppia di centrocampo. La sua posizione in campo è
stata oggetto di infinite dispute, finchè non si è finalmente
capito che si tratta di una seconda punta particolare, capace di
muoversi tra centrocampo e attacco senza perdere lucidità in avanti
e anzi incrementando la copertura difensiva. Schierato sulla fascia,
cosa dovrebbe fare: scattare in avanti, lui che scatto non ha?
Inserirsi centralmente, pestando i piedi a Diego? Agire da
centrocampista di contenimento su Cristiano Ronaldo? Inventare gioco,
una delle richieste più assurde che gli possano essere fatte? Tenere
la palla e far salire la squadra, quando le sue caratteristiche sono
esattamente l'opposto? Mettiamoci in mente che è un gran
professionista, nessun dubbio, ma anche un giocatore
monodimensionale, buono solo a fare una cosa.
Ancora, il
problema dell'Atletico, storicamente e anche con Simeone, è una zona
centrale fragile a centrocampo. Ancora una volta, come più volte
segnalato su questo blog, gli avversari hanno sfondato al centro,
sfruttando la poca copertura fornita alla difesa dalla coppia Koke
– Gabi. Come saprete, sono sempre stato un fan di Koke come pivote,
il suo ruolo naturale, e non rinnego certo la mia idea. Però osservo
due cose: in primis, il ragazzo non è affatto nel suo momento
di massima forma, anzi; poi, avrebbe bisogno di avere al suo fianco
un vero centrocampista di contenimento, per essere veramente efficace
(diciamo un Gulavogui decisamente più aggressivo e “strutturato”
di quello scialbo e opaco visto in questi mesi?). Non capisco,
dunque, per quale motivo si insista su Koke in questo ruolo proprio
in questo momento.
Davanti, i tre
presunti moschettieri (Raul Garcia – Diego – Arda) non hanno
svolto nessuno dei compiti loro affidati: non hanno tenuto palla
nell'attesa della salita dei terzini, non hanno pressato gli
avversari già dalla loro trequarti, non hanno imbeccato Diego Costa,
non hanno impedito che terzini, centrocampisti e ali del Real
aggredissero i nostri laterali e sfruttassero il vuoto ai lati del
doble pivote. Perchè questo è stato, alla fine, il vero errore di
Simeone: aver stravolto la squadra che, solo quattro mesi fa,
aveva umiliato il Real proprio al Bernabeu. Ancelotti ha dichiarato
che quella partita gli ha mostrato che la strada giusta per battere i
colchoneros risieda nell'impedire che controllino la palla, puntando
sul pressing esasperato e aumentando il centrocampo a tre uomini, uno
dei quali, l'odioso Di Maria, ala costretta a giocare come mezzala,
deputato a ribaltare il fronte e, soprattutto, a inserirsi negli
spazi alle spalle dei centrocampisti dell'Atletico. E che tattica
mette in campo Simeone? Un 4-2-3-1 che apre praterie proprio per il
suddetto Di Maria, oltre a rompere il perfetto meccanismo di mutua
protezione che finora aveva garantito il 4-4-2, guarda caso il modulo
della partita di campionato di quattro mesi fa. Anche perchè gli
spazi sono stati creati, aggiungo, dai continui raddoppi dei blancos
sulle fasce, con conseguente obbligo dei nostri giocatori offensivi
ad arretrare per garantire una copertura e a trovarsi poi molto
lontani dalla porta avversaria al momento di far salire la squadra.
Ora arrivo al
vero punto della discussione: perchè tutto questo? Perchè una
squadra che funziona come un orologio anche nelle giornate meno
positive (fino a ieri erano 26 partite e una sola sconfitta) viene
stravolta a tal punto proprio nella giornata più importante? Perchè
tutti vengono messi in condizione di giocare in maniera differente da
quella cui sono abituati o in cui rendono meglio? Purtroppo temo che
la spiegazione abbia un nome e un cognome precisi, ovverosia Diego
Ribas da Cunha. Ieri il brasiliano è stato molto più che
inutile: è stato dannoso, come ha implicitamente riconosciuto
Simeone cambiandolo al 45' con uno stralunato Rodriguez, giocatore
tra l'altro dalle caratteristiche completamente diverse (una
sconfessione in piena regola, dunque).
In generale,
però, l'ho sempre trovato più bello che utile: tiene troppo la
palla, rallenta spesso il gioco, tende ad accentrare la manovra,
segna poche reti, soffre le marcature asfissianti e scompare nei
match con pochi spazi. Non ricordo che poche partite in cui abbia
acceso la luce e molte nelle quali abbia spesso creato un intoppo
allo sviluppo della manovra. Per far giocare lui, che nelle
intenzioni del Cholo avrebbe forse dovuto tenere la palla e far
salire la squadra, metà dei suoi compagni hanno giocato fuori-ruolo
o secondo modalità differenti dalle solite, con grave danno
all'equilibrio del collettivo. Tra l'altro, il Cholo forse si è
dimenticato del fatto che Diego è bravo negli spazi aperti, gli
stessi spazi che però difficilmente sa aprire per i compagni.
A questo punto,
se davvero l'intenzione di Simeone è schierarlo sempre o quasi e
farne il perno di una trasformazione in senso più offensivo e
tecnico del gioco dei colchoneros, mi domando se il gioco valga la
candela. Vorrebbe dire meno spazi in squadra per Villa, Koke, Raul
Garcia e Tiago (alcuni costretti a giocare spesso fuori ruolo), meno
opportunità sul campo per un Diego Costa che rischia di essere
servito con molta meno velocità di prima e di trovarsi unico uomo in
attacco, meno copertura non tanto da parte del brasiliano (che si è
sempre sacrificato molto davanti al doble-pivote), ma da parte
di chi lo affianca, a meno di non giocare sempre e comunque con un
doble-pivote muscolare (Mario-Gabi) che abbia l'unico compito
di cedere il prima possibile la palla in avanti a chi crea. Aumenta
insomma il rischio di perdere le caratteristiche di squadra capace di
ribaltare il fronte in un attimo; mentre l'aumento di tasso tecnico
(per cui si è preso anche Sosa) è innegabile, ma ancora
tutto da tradurre in pratica sul campo. Il tutto con tre giocatori di
valore (Leo Baptistao, Guilavogui e Oliver Torres) in meno, anche se
non ci si può opporre alla richieste di andare in prestito di
giocatori scontenti.
In ogni caso,
Simeone ha dato l'impressione di cercare, con questo mercato
invernale, di voler ribaltare l'impronta ormai consolidata data alla
squadra, operazione non facile ma che ritiene di poter portare a
termine in considerazione della sua completo controllo di uomini e
menti. A questo punto mi domando non solo se abbia scelto gli uomini
giusti, ma anche se abbia scelto il momento adatto. Certo non lo era
un derby di coppa, certo rischia di non esserlo un periodo in cui
cominciano infortuni e cali di forma (Arda il più evidente, anche in
considerazione del fatto che anche l'anno scorso sparì da gennaio).
Non resta che
attendere.
Real
Madrid: Casillas; Arbeloa, Pepe, Ramos, Coentrão; Xabi
Alonso, Modric, Di María (Illarramendi, m. 82); Jesé (Isco, m. 84),
Cristiano Ronaldo y Benzema (Morata, m. 73).
No utilizados:
Diego López; Marcelo, Varane y Carvajal.
No utlizados: Aranzubia; Alderweireld, Tiago y Manquillo.
Goles: 1-0. M.18. Pepe. 2-0. M.58. Jesé. 3-0. M. 74. Di María.
Árbitro: Clos Gómez. Mostró amarilla a Pepe, Diego Ribas, Diego Costa, Juanfran, Miranda y Simeone.
74.278 espectadores en el Bernabéu. Se guardó un minuto de silencio por Luis Aragonés.
Non sapevo esistesse una Peña Italiana dei Colchoneros! Bellissima scoperta!
RispondiEliminaAvanti così ragazzi
Ciao Luca, benvenuto!
EliminaIn effetti una peña italiana non c'è... Ci sono solo io, che scrivo da due anni questo blog intorno al quale si sta pian piano coagulando un universo di tifosi e simpatizzanti italiani che non avevo mai pensato potessero essere così numerosi. Chissà, magari un giorno faremo il grande passo... Per ora mi limito a proporre a chi ha la bontà di leggermi e di farmi avere i suoi commenti la mia visione delle cose.
Un saluto
Io ne conosco almeno altri tre che seguono i Rojiblancos.
RispondiEliminaHai un account Twitter ed una pagina FB? Inizierei a seguirti anche li e sponsorizzarti :)
Intanto stasera pensiamo all'Almeria!
Ciao a tutti! Anche io seguo le gesta dell'Atletico dai tempi di Paulo Futre. Sono contento di trovare altri Colchoneros in Italia. Un saluto a tutti!
RispondiEliminaDa
Bella Davide ;)
RispondiEliminaAlmeno a Madrid siamo sulla stessa sponda eheheh
Superatleti ... scrivimi a lcbonomi@gmail.com ... io, Davide e sicuramente qualcun altro, vorremmo unirci a te e creare una Peña. A presto!
Ci sentiamo nei prossimi giorni, allora
EliminaHo scoperto che su FB esiste una pagina Atlético de Madrid Italia.
EliminaNel frattempo ho aperto un account Twitter e G+
Unendo il tutto ed unendo le forze, trovando anche chi può aiutarti a livello editoriale per il sito, possiamo fare qualcosa di importante.
Sei d'accordo?
Ora mi metto a fare un po di pubblicità in giro. Scommetto che troverò altri appassionati dell'Atletico in giro per il web
RispondiEliminaCiao Davide, grazie mille. Mi fa piacere scoprire che siamo in tanti. Tra l'altro, sono felice di scoprire in te un "evertonian", perchè anch'io, sia pure in modo... platonico (l'Atleti è totalizzante...) lo sono. D'altra parte, saprai sicuramente come si dice, no? Once a blue, always a blue...
EliminaAUPA ATLETI!!!
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